venerdì 17 marzo 2017

Ora sono arrivati i "fenomeni"...

Riportiamo una significativa pagina storica (pag. 26) dall'Introduzione del volume dell'indimenticato professor Silvio Curto L'antico Egitto nel Museo Egizio di Torino (Tipografia Torinese Editrice, 1984): 

"Quel programma ebbe successo, procurò a Torino anche nuovi e preziosi ritrovamenti della zona tebana e riportò il Museo in primo piano. 
Seguì un'altra battuta di arresto, con la seconda guerra mondiale, durante la quale, nel 1943, le grandi statue vennero messe al riparo dall'offesa aerea con protezioni di muri e di sacchi di sabbia e gli oggetti mobili imballati e trasportati fuori città. 
Tutto ciò a cura delle Forze Armate Tedesche, mentre furono poi, nel 1945, i Comandi Militari Alleati a riportare le casse a Torino e rimettere in ordine l'edificio, caso forse unico di collaborazione fra belligeranti per salvare un patrimonio d'arte e di storia".

Torino ha raccolto, curato e difeso questo patrimonio per due secoli. Ora sono arrivati quattro "fenomeni" saccenti a spiegarci che "il museo è di tutti" e che dobbiamo "condividerlo" per non passare (sic!) da "provinciali".

Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini.